È morto all’età di 91 anni nella sua casa di Napoli, in via Foria, il noto musicista, compositore, regista e studioso delle tradizioni popolari, Roberto De Simone. I funerali si terranno mercoledì alle 16 nel Duomo di Napoli.
Nato il 25 agosto 1933 nella città partenopea, in via Pignasecca, De Simone proveniva da una famiglia con una forte vena artistica. Il nonno fu attore nella compagnia di Salvatore De Muto, l’ultimo grande Pulcinella. Il padre suggeritore nelle sceneggiate e la zia era mezzosoprano. In casa c’era un pianoforte e, a soli sei anni, il piccolo Roberto ne apprendeva già i rudimenti. Così, nel 1945 si iscrisse al Conservatorio di San Pietro a Majella dove lo studiò per diversi anni con Tita Parisi e la composizione con Renato Parodi.
Nel corso della sua vita, De Simone si è distinto come uno dei fondatori nel 1967, della Nuova Compagnia di Canto Popolare, di cui è stato per un decennio l’indiscusso animatore. Dal 1981 al 1987 ha ricoperto il ruolo di direttore artistico del Teatro di San Carlo di Napoli, curando numerose regie d’opera e nel 1995 è stato nominato, per chiara fama, direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella, incarico da cui si è dimesso nel 2000.
Accademico di Santa Cecilia dal 1998, nel 2003 è stato insignito del Premio Roberto Sanseverino e nel 2015 del Premio Nonino Risit d’Aur, mentre nel 2019 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Tra le sue opere più celebri, spicca ‘La gatta Cenerentola’, ”favola in musica” presentata nel 1976 al Festival dei Due Mondi di Spoleto e gratificata dal consenso unanime di pubblico e critica in Italia e all’estero. De Simone è anche autore di una vasta produzione saggistica ispirata dai risultati di alcune sue ricerche filologiche sulle cadenze ritmiche del rituale orale delle feste popolari del Sud.
Tra le sue composizioni più note: Requiem per Pasolini (1985) ed Eleonora (1999), oltre a regie importanti come “Il Flauto Magico” alla Scala. Ha diretto anche luoghi prestigiosi come il Teatro San Carlo, il Conservatorio di San Pietro a Majella, e l’Accademia di Santa Cecilia. Il tutto colmato da onorificenze prestigiose, come il Cavalierato della Gran Croce conferitogli da Mattarella che costellano il suo percorso
Per Einaudi ha pubblicato i volumi ‘Il presepe popolare napoletano’ (1998), ‘Il convitato di pietra’ (1998), ‘L’opera buffa del giovedì santo’ (1999), ‘La Cantata dei pastori’ (2000), ‘Prolegomeni al Socrate immaginario’ (2005), ‘Novelle K 666. Fra Mozart e Napoli’ (2006), ‘Cinque voci per Gesualdo’ (2013), ‘Satyricon a Napoli ’44’ (2014), ‘La canzone napolitana’ (2017) e ‘L’oca d’oro’ (2019). Ha inoltre curato le ‘Fiabe campane’ (1994) e ‘Il Cunto de li Cunti’ di Giambattista Basile (2002).